Certificazione BIM: non significa solo parlare di una qualifica in più, ma di un passaggio obbligato verso un nuovo modo di progettare, costruire e gestire il patrimonio edilizio. Il Building Information Modeling, o BIM, è oggi la base per una progettazione integrata, efficiente e priva di errori.
Certificazione BIM, nel mondo dell’edilizia moderna, non significa solo parlare di una qualifica in più, ma di un passaggio obbligato verso un nuovo modo di progettare, costruire e gestire il patrimonio edilizio. Il Building Information Modeling, o BIM, è oggi la base per una progettazione integrata, efficiente e priva di errori. Ma per poterne trarre il massimo vantaggio è necessario che i professionisti e le imprese dimostrino di saperlo usare in modo strutturato e professionale. Da qui nasce l’importanza della certificazione.
In questo articolo andremo a capire:
cos’è la certificazione BIM e quali tipologie esistono;
perché oggi è un requisito quasi obbligatorio nel settore edilizio pubblico e privato;
in che modo il BIM cambia profondamente la progettazione, la costruzione e la manutenzione degli edifici;
come ottenere una certificazione riconosciuta e quali vantaggi comporta per progettisti, imprese e committenti.
La certificazione BIM è un attestato formale che dimostra il possesso di conoscenze, competenze e capacità operative nell’ambito del Building Information Modeling, secondo standard normativi nazionali e internazionali.
Si tratta di un sistema di qualificazione che permette a professionisti e aziende di:
lavorare in contesti BIM con piena consapevolezza metodologica;
rispondere a requisiti richiesti nei bandi pubblici e privati;
garantire trasparenza, tracciabilità e qualità nelle commesse.
In Italia, il principale riferimento è la norma UNI 11337, in particolare la parte 7, che definisce ruoli, competenze e livelli di responsabilità delle figure professionali BIM. A livello internazionale, la norma ISO 19650 è lo standard globale per la gestione dell’informazione digitale nel ciclo di vita dell’opera.
La normativa individua quattro profili professionali che possono conseguire la certificazione BIM:
È il professionista che lavora direttamente sulla modellazione. Deve conoscere gli strumenti digitali (come Revit, Archicad, Tekla, Allplan) e saper creare modelli informativi architettonici, strutturali o impiantistici completi, aggiornabili e interoperabili.
Coordina i vari BIM Specialist all’interno del team. Ha un ruolo di supervisione del modello, verifica la correttezza delle informazioni, gestisce il controllo delle interferenze e supporta i flussi di comunicazione interna al gruppo di lavoro.
È la figura strategica e di governance. Definisce il piano di gestione informativa (PIM), il capitolato informativo e le regole operative della commessa BIM. Coordina i team, le scelte tecnologiche e garantisce il rispetto dei requisiti del cliente.
Gestisce il CDE (Common Data Environment), ovvero lo spazio digitale condiviso in cui transitano, vengono archiviati e versionati tutti i documenti e i modelli BIM. Ha responsabilità sulla sicurezza dei dati, la tracciabilità e la struttura delle cartelle.
Destinata a singoli professionisti (architetti, ingegneri, geometri, periti). È rilasciata da enti terzi accreditati (ICMQ, Bureau Veritas, Kiwa, ecc.) dopo esame.
Riguarda l’intera organizzazione e attesta che l’impresa è strutturata per lavorare in ambito BIM secondo procedure, risorse, personale certificato e strumenti digitali conformi alla normativa.
Certifica che un determinato progetto o commessa è stato realizzato seguendo processi BIM coerenti, tracciabili e standardizzati, secondo piani e capitolati informativi.
Il settore delle costruzioni sta vivendo un’evoluzione epocale. Ecco perché la certificazione BIM è diventata uno strumento necessario e non più accessorio.
Dal 2019 il BIM è diventato obbligatorio per i lavori pubblici sopra una certa soglia economica. Oggi è già richiesto per opere oltre i 5,2 milioni di euro e dal 1° gennaio 2025 sarà obbligatorio per tutte le opere pubbliche, a prescindere dal valore.
Sempre più bandi, anche privati, prevedono punteggi premianti o requisiti obbligatori per professionisti e imprese certificate BIM.
Essere certificati consente di distinguersi sul mercato, ottenere incarichi più prestigiosi, e far parte di team multidisciplinari ad alto livello.
Il BIM consente di prevedere con anticipo i problemi, evitando interferenze tra impianti, strutture e architetture. Questo porta a meno varianti in corso d’opera, meno sprechi e maggiore controllo economico.
Il primo passo è seguire un percorso formativo specifico, erogato da enti qualificati, che prepari sia sul piano teorico che pratico all’uso della metodologia BIM.
L’esame, svolto presso un ente accreditato, prevede prove:
scritte, per la verifica delle conoscenze normative e metodologiche;
pratiche, per dimostrare la capacità di utilizzare i software;
orali, per valutare l’approccio professionale e l’esperienza.
La certificazione ha durata triennale e deve essere mantenuta con aggiornamento continuo (crediti formativi, documentazione dell’esperienza, ecc.).
La vera forza della metodologia BIM non sta solo nei modelli 3D, ma nel cambio di paradigma rispetto alla progettazione tradizionale. Vediamo in che modo.
Con il BIM non si creano semplici elaborati grafici, ma veri e propri database digitali. Ogni oggetto è “intelligente”, contiene dati su dimensioni, materiali, prestazioni, codici articolo, comportamento energetico.
Strutture, impianti, architettura lavorano sullo stesso modello, riducendo i conflitti. Le scelte non sono più isolate, ma condivise e coordinate.
Il sistema individua in anticipo interferenze tra elementi costruttivi o impiantistici, evitando errori gravi in cantiere.
Modificando un elemento nel modello, tutti gli elaborati (piante, sezioni, prospetti, computi) si aggiornano automaticamente. Addio al rischio di incoerenze tra tavole diverse.
Le quantità di materiali vengono estratte in tempo reale dal modello. Questo garantisce computi precisi e coerenti, e consente aggiornamenti immediati in caso di varianti.
Attraverso il modello BIM si possono effettuare simulazioni termiche, statiche, acustiche. Questo permette di ottimizzare le scelte progettuali e ottenere edifici più sostenibili e performanti.
Il BIM non si ferma al cantiere: il modello viene “consegnato” al committente e usato per gestire la manutenzione dell’opera nel tempo. Ogni oggetto può contenere dati su scadenze, fornitori, manuali, garanzie.
Molti ancora lo vedono come un trend da “grandi studi” o da “opere pubbliche”. Ma la verità è che il BIM sta già cambiando il modo di progettare anche nelle commesse private e nei piccoli interventi. La possibilità di ridurre i tempi, anticipare i problemi e garantire qualità superiore non può più essere ignorata.
La certificazione BIM serve proprio a portare ordine, metodo e trasparenza in un processo che rischia altrimenti di restare caotico o frammentato.
Scegliere di ottenere una certificazione BIM non è solo un passo in avanti nella propria carriera: è un atto di responsabilità professionale, un investimento strategico e un’apertura verso una nuova cultura del costruire.
In un mercato che cambia rapidamente, con commesse più complesse, normative più stringenti e clienti più consapevoli, solo chi dimostra competenze certificate può garantire qualità, sicurezza, precisione e innovazione.
Sei un progettista, un’impresa, un tecnico o un giovane neolaureato? Qualunque sia il tuo ruolo, oggi hai un’occasione concreta per evolverti. Perché progettare non è più solo disegnare: è gestire l’informazione, con intelligenza, metodo e strumenti digitali. E il BIM è il mezzo per farlo. La certificazione BIM è la chiave che apre questa porta.
Invia un messaggio